FRAMMENTI D'ARTE 2016


Romanzo "Dimitri e Lada" di Marilena Cittadino 21 aprile

 

Lo scorso 21 aprile l’intima ed accogliente sala “Leonardo da Vinci”, dei locali dell’Associazione MedmArte ha fatto da cornice alla prima delle otto  serate che fino al 16 giugno diletteranno l’esigente pubblico di “Frammenti d’Arte”, salotti letterari giunti alla quarta edizione ed ormai divenuti riferimento centrale e di assoluta rilevanza nel panorama delle proposte culturali Rosarnesi .

 

L’avvio della rassegna non poteva essere più coinvolgente ed in ragione del partecipato interesse manifestato dai presenti, provenienti da più parti del territorio calabrese ed anche dalla vicina Sicilia, ne ha, di certo, soddisfatto appieno le aspettative.

 

Ospite della serata è stata Marilena Cittadino, medico prestata all’arte della scrittura e della stessa divenuta interprete originale ed appassionata, autrice del romanzo “Dimitri e Lada” la cui trama narrativa affonda le proprie radici su un tema dibattuto che interroga e coinvolge le coscienze e le sensibilità individuali: l’amore omosessuale.

 

Già dalle prime battute, tuttavia, sotto l’abilissima conduzione di Ambra Miglioranzi, Presidente di MedmArte, e con il qualificato supporto di Giovanna Tutino che ha letto alcuni, salienti, brani tratti dal romanzo, l’autrice ha evidenziato come fatto puramente casuale e non volutamente previsto nella strutturazione del romanzo, il determinarsi dell’amore tra due giovani dello stesso sesso. Il risultato è un bellissimo romanzo, depotenziato di ogni altro contenuto che non sia l’attenzione sull’amore in quanto amore: unico, assoluto e privo di genere.

 

La piacevolissima serata è stata allietata dagli inframmezzi musicali della piccola Luciana Cunsolo, coadiuvata e guidata dalla sua insegnante Caterina Borgese direttrice dell’”Accademia Musicale Medmea”di Rosarno e che nel ricevere l’attestato di benemerenza dalle mani di Ambra Miglioranzi, ha suscitato l’ammirazione del pubblico presente affermando  di sentire, nel suonarlo, il violino come suo migliore amico.

 



"Scivolata Su Una Buccia Di Banana" di Loredana Mazzone 28 aprile

 

Come un fallimento sentimentale può diventare la via per trovare sé stessi. È il tema del volume presentato alla seconda serata di “Frammenti d’Arte”, salotti letterari di MedmArte

 

 

 

Anche nel secondo incontro “Frammenti d’arte” ha fatto centro ospitando Loredana Mazzone, autrice del volume “Scivolata su una buccia di banana”, mammolese di nascita e siciliana di adozione, che ha presentato al pubblico presente la sua graffiante opera: un manuale d’uso su come attivare utilmente la grande energia, spesso sopita e sedimentata sotto spessi strati di frustrazione ed avvilimento, di cui ciascuno intimamente dispone.

 

È un’opera che trae origine dal mondo femminile e che nello stesso si addentra e lucidamente indaga; particolarmente, in quel delicato mondo della donna disfatta e frammentata da rapporti conflittuali e logoranti con il proprio compagno.

 

Dopo aver tracciato con tratto efficace ed esilarante il profilo dei “tipi di uomo” con i quali una donna si trova a confrontarsi ed a condividere la propria vita, l’autrice entra in profondità nei percorsi capaci di determinare la svolta e far (ri)acquisire alla donna consapevolezza di sé e fiducia nei propri mezzi.

 

Il tema non poteva non suscitare nel pubblico il dibattito ed il confronto con l’autrice, in un crescendo di interventi interessati e qualificati che, ad ogni lettura condotta per l’occasione da Francesco Morabito, hanno dato origine ad una partecipazione tanto coinvolgente da suscitare, al termine del reading finale, la sincera emozione di Ambra Miglioranzi, impeccabile “padrona di casa”.

 

Il dibattito, in particolare, ha fatto emergere la delicata poetica di taluni brani del volume che lo liberano dai tecnicismi tipici del manuale e lo caratterizzano per la sua molto apprezzata “atipicità”. Ulteriore aspetto che il confronto tra pubblico ed autrice ha messo a fattor comune è il più ampio valore dell’opera che, pur mettendo a soggetto la donna, suggerisce spunti di carattere universale, a pieno titolo riferibili anche al mondo maschile.

 



"E le Stelle stanno a....Parlare" Astrolodia e Destino: messaggi dal cielo. con Claudia Demurtas      5 maggio

 

È l’astrologia il tema della terza serata del salotti letterari di “Frammenti d’Arte” che ha avuto come protagonista Claudia Demurtas, appassionata e competente cultrice della materia, formatasi nel corso di un trentennio con i maggiori astrologi nel panorama nazionale nei campi dell’astrologia tradizionale, antica, umanistica e psicologica.

 

Sin dalle prime battute, la relatrice ha voluto rendere evidente all’uditorio il netto distinguo tra l’astrologia, intesa come nobile disciplina che affonda le sue radici nelle più antiche origini delle conoscenze umane, e tutto ciò che, attorno all’argomento, è ciarlataneria ed impostura.

 

E le premesse non sono state affatto disattese, considerato che Claudia Demurtas ha abilmente argomentato circa l’assoluta centralità dell’astrologia in ogni grande civiltà passata e la profonda erudizione degli astrologi: uomini sapienti, profondi conoscitori della matematica, della medicina, della fisica degli astri, della filosofia, della religione.

 

Il confronto tra la relatrice ed il numeroso pubblico che ha assistito all’evento è stato molto partecipato ed ha consentito, in particolare, avvincenti digressioni sull’idea di una corrispondenza tra cielo e terra manifestata da una puntuale correlazione tra le scoperte dei corpi celesti e ben precisi accadimenti terreni, oltre che dalla connessione tra gli astri del sistema solare, la loro reciproca ubicazione nella sfera celeste in ciascuno dei dodici segni dello zodiaco ed i tratti caratteriali e psicologici di ciascun individuo.

 

Nelle conclusioni finali, Ambra Miglioranzi, presidente dell’Associazione “MedmArte” organizzatrice degli eventi, ha omaggiato Claudia Demurtas di un attestato di benemerenza per la partecipazione ai salotti letterari ed ha riconosciuto all’astrologia ed a chi con serietà e professionalità di occupa di tale disciplina, la decisa volontà di ricercare e rendere manifesti gli “invisibili” fili che legano i mondi celesti con gli umani accadimenti.

 



"Un tuffo nell'Antica Medma" di Giuseppe Verzì 12 maggio

 

Il quarto evento previsto nella programmazione dei salotti letterari “Frammenti d’Arte” curati dall’associazione MedmArte presieduta da Ambra Miglioranzi, si è mantenuto sull’alto profilo tracciato dagli eventi che lo stesso hanno preceduto.

 

Le premesse non sono state affatto disattese, e di una vera e propria coinvolgente immersione nei fasti della magnifica civiltà sepolta sotto la città di Rosarno, si è trattato.

 

L’occasione è stata fornita dalla proiezione di un filmato assolutamente “inedito” sulla campagna di scavi archeologici condotta a Nolio-Carozzo nella tarda estate del lontano 1989, in occasione della posa del metanodotto; una vera e propria preziosità, ulteriormente arricchita dall’erudita esposizione del prof. Ugo Verzì Borgese che ha sopperito alla forzosa assenza di Giuseppe Verzì che avrebbe dovuto condurre l’incontro ma che, purtroppo, è stato costretto a malincuore a rinunciarvi per ragioni di salute.

 

Le bellissime immagini proiettate e la qualificata esposizione del prof. Verzì, hanno affascinato il numerosissimo pubblico presente ed è stato un susseguirsi di emozioni vedere, a quasi un trentennio di distanza, la pura passione che animava lo stesso Giuseppe Verzì ed il compianto prof. Gianni Gangemi.

 

Nei circa tre mesi della campagna di scavi di Nolio-Carozzo, luogo nel quale era ubicata la necropoli dell’antica Medma, sono state rinvenute 100 tombe, variamente adorne e disposte in parte verso Nord e, per lo più, lungo l’asse Est-Ovest; il filmato ha la particolarità di documentare passo-passo, come ha più volte sottolineato il prof. Verzì, tutte le fasi di uno scavo completo e lo stesso ha voluto ricordare come fosse tradizione comune, in epoca medmea, apporre sotto la lingua del defunto (a volte sugli occhi dello stesso) l’obolo con il quale avrebbe dovuto retribuire Caronte, mitico traghettatore dell’Ade, evitando, così, di errare in eterno e senza pace tra le nebbie del fiume Acheronte.

 

Prendendo a spunto il tema centrale della serata, il prof. Ugo Verzì Borgese ha offerto alla platea varie digressioni, pur sempre riguardanti la bellezza e la ricchezza dei luoghi e dell’artigianato medmei, su tutti: la fonte della “Testa dell’acqua” posta in una piccola valle proprio nei pressi della necropoli, alla quale ebbe modo di trovare ristoro Demetra, giunta nei luoghi medmei alla ricerca della figlia Persefone rapita da Ade; la caratteristica creta rossa di Medma, di un rosso particolare ed unico tanto da portare il prof. Verzì ad affermare che ogni pezzo di Medma, ovunque disperso nel mondo, sarà comunque riconoscibile.

 


"Moira" di Giuseppe Bagnato 19 maggio

 

È Giuseppe Bagnato, scrittore di Varapodio dal tratto originale e coinvolgente, l’ospite della serata del più recente incontro dei salotti letterari dell’Associazione MedmArte.

 

L’evento, condotto con la consueta cura e competenza da Ambra Miglioranzi, presidente dell’Associazione, ha avuto a tema la presentazione del romanzo “Moira”, primo dei due volumi pubblicati dall’autore.

 

Già il “mestiere di contadino” che qualifica l’attività lavorativa svolta da Giuseppe Bagnato motiva e dà conto non solo dell’ambientazione ma anche dei contenuti del romanzo; la terra, gli alberi, … e tutti gli elementi della natura, sono “corpo” da percorre e da attraversare nel viaggio che Ciccio, il protagonista, intraprende alla ricerca di Moira ma anche “porta” di accesso al viaggio interiore che egli stesso compie: Ciccio salendo sul maestoso albero di ulivo vede da una prospettiva nuova e scorge “oltre” e “dentro” le cose.

 

Il confronto con il pubblico è stato particolarmente interessante e partecipato e si è puntualmente sviluppato ed approfondito al termine di ognuna delle letture dei brani tratti dal romanzo, per l’occasione condotte con coinvolgente competenza da Luisa Milano ed inframmezzate dalle coinvolgenti note della chitarra di Raffaele Rao, allievo dell’Accademia Musicale Medmea di Rosarno.

 

Nel corso dell’incontro, lo scrittore ha rimarcato con vigore il bisogno impellente del ritorno al contatto con la terra che è, come implicita conseguenza, ritorno a sé stessi.

 

Limitare la dimensione artefatta dei luoghi e degli oggetti ai quali ormai costantemente ci riferiamo – il ritorno al contatto con la terra –  è presupposto che favorisce ed agevola il viaggio introspettivo al quale ogni uomo è ormai urgentemente chiamato, perché “tutto è dentro di noi” come ha affermato lo stesso Giuseppe Bagnato nel corso del dibattito con il qualificato ed attento pubblico presente, e perché la redenzione - laicamente intesa - dell’umanità passa attraverso la conoscenza di sé prima di poter conoscere gli altri; il processo opposto, più diffuso di quanto ciascuno è pronto a riconoscere, porta l’individuo ad ergersi a giudice di ognuno e di ogni cosa, nutrendo l’ego, l’individualismo e la mala pianta del preconcetto che chiude al confronto e che diventa giudizio assoluto ed inappellabile.

 

Ciccio, allora, animo sensibile, di quella sensibilità che ha sempre tanto da dire e che l’ottusità dei modelli sociali non sa ascoltare perché la scambia per debolezza e fragilità, coglie lucidamente la necessità della rottura, della ribellione e comunica con ferma determinazione alla madre l’intrapresa del suo viaggio alla ricerca di Moira, che sarà affascinante viaggio nei luoghi e nell’animo.

 

A chiusura della serata lo stesso Giuseppe Bagnato ha voluto donare alla platea la lettura di un bellissimo suo brano, celebrativo delle bellezze della Calabria, con il quale si è presentato pochi giorni addietro al pubblico del Salone del libro di Torino.

 



"Voci di Donne, voce del Tempo, voci del Sud" di Luigia Panarello 26 maggio

 

Luigia Panarello, poetessa trasteverina di origini calabro-sicule, è stata l’ospite della sesta serata dei salotti letterari dell’Associazione MedmArte presieduta da Ambra Miglioranzi.

 

È stata una presenza che non ha disatteso le aspettative e che ha letteralmente affascinato l’autorevole parterre de rois per l’occasione presente; tra gli altri: il poeta e scrittore Michele Caccamo; lo scrittore Giuseppe Bagnato; il Prof. Ugo Verzì Borgese; il Preside Giuseppe Neri, critico letterario; il Prof. Bruno Gallo, direttore della rivista Polis; il Prof. Paolo Alvaro, Sindaco di Laureana di Borrello.

 

A tracciare con lucida e qualificata esposizione il profilo dell’autrice, introducendola al pubblico, è stata Maria Concetta Preta, poliedrica ed apprezzatissima scrittrice vibonese.

 

Le poesie sono state magistralmente recitate da Carla Piro che ha anche sostenuto l’arduo compito di selezionarle nel più vasto ambito della prolifica produzione dell’autrice.

 

L’accompagnamento musicale è stato offerto dalle dolci note del flauto di Marika Pensabene, allieva dell’Accademia Musicale Medmea di Rosarno.

 

Nell’intercalare delle letture e degli intermezzi musicali, Luigia Panarello ha esposto al pubblico la propria opera, il proprio pensiero e finanche il proprio vissuto, senza frapporvi filtri, orpelli o sovrastrutture.

 

Ne è scaturito un eloquio autenticamente sincero da pagina spontanea, improvvisa, priva di ogni anteposta costruzione che, come già detto, ha letteralmente conquistato la platea.

 

Così, dopo aver ribadito il suo essere, per indole e tempra, convintamente una donna del Sud, Luigia Panarello ha raccontato della sua esperienza nel brefotrofio che ha caratterizzato i primi sei anni della sua esistenza e certamente segnato tutti quelli a venire, ma anche dell’amicizia che l’hanno legata a Pasolini e ad Alda Merini, grazie ai quali e con i quali si è intellettualmente formata.

 

Ha messo in luce frammenti del profilo di entrambi, a lei noti proprio in virtù del personale rapporto che con entrambi aveva. Così, ha raccontato di aver conosciuto Pasolini come professore e di aver riconosciuto in lui, con tutti i suoi tormenti, un grande cristiano, capace di cogliere con lucidità tutti i tormenti umani del Cristo; in Alda Merini, definita “caotica e dolorante”, la Panarello ha rilevato una spiccata santità laica.

 

In accordo con i contenuti dei suoi componimenti poetici, di volta in volta declinati da Carla Piro, l’autrice ha argomentato, tra l’altro, sul tema dei migranti, ravvedendo nell’odierna società spiccatamente individualista -da lei definita “mononucleare”- l’allontanamento da quel modello sociale che era dei nostri padri e che includeva nel proprio codice etico il “bisogno” di dare ristoro ai viandanti; “l’occidente non è a rischio di invasione” ha affermato “ma a rischio di esaurimento dell’etica”.

 



"La Profezia del Quinto Vertice" di Marzia Matalone 9 giugno


 

All’insegna della fantasia declinata in una realtà tutta calabra il penultimo appuntamento della rassegna letteraria “Frammenti d’Arte – ed. 2016” dell’Associazione “MedmArte”, presieduta da Ambra Miglioranzi, che nella serata del 9 giugno ha ospitato il secondo volume della saga “La Profezia del Quinto Vertice” della scrittrice taurianovese Marzia Matalone. 

 

Il libro, dal titolo “Il risveglio del Messaggero”, è stato presentato dall’Associazione Culturale Roubiklon di Lubrichi, rappresentata dal presidente Rocco Polistena. 

 

Dopo i saluti iniziali della Miglioranzi i presenti sono stati deliziati da un excursus in sintesi del primo volume della saga, pubblicato nel 2013, “La prova dei Quattro”, curato dalla stessa autrice e corredato dalla proiezione del relativo Booktrailer.

 

Alle letture di brani tratti dal secondo libro e curate da Rosa Maria Zungri, membro di MedmArte, sono seguite le relative interpretazioni da parte di Rocco Polistena, il quale ha specificato come “la narrazione della Matalone rappresenti in effetti un fantasy psicologico, avvincente sì, ma diretto su diversi livelli ad una meta – narrazione continua”.

 

Subito dopo la proiezione del nuovo booktrailer, l’autrice ha avuto modo d’interagire con il pubblico presente in sala, che ha partecipato in prima persona all’evento attraverso numerose domande. “L’incontro diretto con i miei lettori, soprattutto con quelli più giovani  – ha sottolineato la Matalone rappresenta per me un’esperienza essenziale, che mi ha permesso di evolvere e maturare nel mio percorso di scrittrice”.

 



"Il Coraggio di Navigare" Conversazione Poetica con Mario Brigante 16 giugno

 

È giunta al termine la quarta edizione di “Frammenti d’Arte”, i salotti letterari dell’associazione MedmArte ormai divenuti consolidato punto di riferimento nel novero degli eventi culturali regionali.

 

Le otto  serate in calendario sono state tutte di elevatissimo profilo e ciascuna di esse ha, di volta in volta, lasciato nei presenti il senso tangibile dell’essere “attori attivamente partecipi” della potenza della cultura: rigogliosa fucina di uomini migliori.

 

È in questo ambito che si è pienamente inserita l’ultima serata dei salotti, per l’occasione tenuta nello splendido contesto dei giardini di MedmArte e che ha visto come protagonista Mario Brigante, artista a tutto tondo di Trebisacce, che ha condotto il pubblico in un affascinante “viaggio”  nel “sé” che già nel titolo è monito ed incitamento “Il coraggio di navigare”.

 

Come consuetudine, ha introdotto e condotto l’evento Ambra Miglioranzi, Presidente dell’Associazione, alla quale nel corso della serata i presenti hanno voluto tributare il riconoscimento per l’abnegazione e la determinazione con le quali ha portato al successo la manifestazione.

 

Mario Brigante, affermando che la poesia è di tutti, ha esposto al pubblico un libro bianco, privo di parole, seppur con un suggestivo sottotitolo che ne delineava l’attesa trama narrativa: la bellezza del disordine.

 

Tra recitazioni di componimenti poetici, narrazioni, riflessioni, il Maestro ha spaziato su svariati temi - il viaggio; la suadente falsità della vanagloria; l’impellente necessità di insegnare agli uomini ad amare; le parole che non hanno fretta e che diventano poesia; l’estetica della creatività; la paura del nuovo - tutti intessuti con mano ferma, a mo’ di vestito policromo.  

 

Canovaccio, questo, di ogni personale viaggio di ciascuno dei partecipanti, inviati da Brigante a colmare il bianco inespressivo di quel libro attraverso l’impulsiva visitazione delle proprie emozioni e l’istintiva traduzione nella parola.

 

L’anonimato degli scritti e la casuale sequenzialità con la quale sono stati trascritti dalla bravissima Federica Orfanò hanno dato vita all’abbozzo di un’opera narrativa sorprendentemente fluente, nella quale le parti si sono “spontaneamente” saldate ed organicamente integrate; il sé personale è, così, divenuto sé collettivo.

 

Al termine della lettura del “libro”, condotta dalla stessa Federica, il pubblico-autore ha manifestato tutto il proprio entusiastico compiacimento per la comune esperienza culturale vissuta e, prioritariamente, per il senso della condivisione, della sintonia e della sincronia che ne è scaturito.

 

La serata è stata allietata dalle coinvolgenti musiche del “Duo Medmea”: M° Caterina Borgese al violino e M° Anna Maria Cambareri al pianoforte, impeccabili esecutrici di noti brani musicali che, anche per il tramite dei propri allievi, hanno fatto da pregevolissima colonna sonora a tutte le serate dei salotti letterari.

 

A conclusione a ritirare i diplomi di partecipazione al corso di pittura dell’Associazione MedmArte i due piccoli Domenico Punturiero e Saida Boukhemikhem.

 

Ricca di personalità di rilievo la platea dei partecipanti alla splendida serata conclusiva: il neo-sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, che ha posto l’accento sulle complessità che si troverà dinnanzi nell’esercizio del suo mandato ma anche sulla consapevolezza di poterle fronteggiare con il vigore e l’entusiasmo della squadra che si trova a dirigere; l’On. Giovanni Arruzzolo, sostenitore della prima ora dell’Associazione Medmarte e costantemente e fattivamente vicino a tutte le iniziative dalla stessa promosse;l’Assessore Giuseppe Palaia; Gina Scordo, attiva fautrice di progetti di interesse sociale, tra tutti quello riguardante i ragazzi autistici;il Presidente del Rotary di Reggio Calabria Est Antonello Dattola; alcuni dei protagonisti dei salotti letterari appena conclusi - lo scrittore Giuseppe Bagnato, l’astrologa Claudia De Murtas, il poeta Rocco Polistena, il prof. Ugo Verzì Borgese, Carla Piro e altri  vogliamo affermarlo col piglio della certezza, tra i presenti ci sarebbe certamente stato anche il compianto Pino Verzì, silenzioso operatore di cultura ed appassionato conoscitore di Medma al quale, in chiusura, va il nostro mesto ricordo .